Fed, i mercati festeggiano

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Il rialzo dei tassi negli Usa è accolto da ampi rialzi sulle borse. Agli investitori piace la gradualità con cui Janet Yellen vuole proseguire nella nuova politica monetaria

Il primo rialzo di tassi negli Usa dal giugno 2006: la decisione con cui la Federal Reserve degli Stati uniti ha portato ieri il livello del costo del denaro allo 0,25/0,50%, dal precedente range 0/0,25% segna uno spartiacque. Ma nonostante le preoccupazioni mostrate dagli investitori negli ultimi mesi, da quando cioè la numero uno della Fed Janet Yellen ha iniziato a parlare di aumento dei tassi Usa, la prima reazione dei mercati è del tutto positiva.

I listini europei hanno aperto in deciso rialzo, Milano e Parigi guadagnano oltre il 2% nella prima seduta post-rialzo, Francoforte balza addirittura del 3%.

A rassicurare gli investitori è innanzitutto la gradualità con cui la Fed ha annunciato di voler proseguire la nuova politica monetaria. Si è parlato di “dovish hike”, di un aumento colomba. Una politica insomma ancora prudente, che tiene contro delle turbolenze che ancora agitano i mercati, tra un dollaro già molto forte, che potrebbe attrarre un eccesso di capitali, e i bassi prezzi delle materie prime, a cominciare dal petrolio.

Secondo i sondaggi condotti fra gli stessi componenti della Fed, i tassi Usa dovrebbero arrivare all1,375% tra un anno, al 2,375% alla fine 2017 e al 3,25% l’anno successivo.

In Europa si festeggia il probabile, ulteriore deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, una manna per le industrie esportatrici e per il turismo. Né dovrebbero verificarsi scossoni sul mercato obbligazionario: i rendimenti dei titoli di Stato europei rimarranno, è la previsione, agli attuali, bassi livelli.

“La decisione della Fed è coerente con i propositi di intervento sui tassi entro fine anno più volte manifestati in precedenza dal Fomc”, commenta Marco Vailati, responsabile ricerca e investimenti di Cassa Lombarda. “L’intervento è pienamente giustificabile anche in base alla distanza dagli obiettivi del Fomc, ed era anche opportuno per permettere alla Fed di togliersi dall’angolo, cioè dalla posizione estrema di tassi a zero, prima che arrivi un nuovo rallentamento o una recessione che trovi la Banca centrale quasi senza leve d’azione”.‎

“Anche se la Fed ha ribadito che seguirà un approccio molto graduale al rialzo dei tassi, attualmente le stime del mercato sono ancora più graduali e quindi un aggiustamento potrebbe rendersi necessario”, aggiunge Vailati. “Lo scenario di crescita accompagnata dal permanere di una politica monetaria gradualmente meno espansiva solo quando il ciclo potrà permetterselo, è di moderato supporto per l’azionario. Il dollaro dovrebbe beneficiare leggermente dal fatto che la gradualità degli interventi possa essere più rapida delle attuali attese, oltre che della conferma della crescita”, conclude.

Anche Jim Balfour, senior global economist di Loomis Sayles sottolinea come i mercati appaiano rassicurati dalla decisione della Fed e dal modo in cui è stata annunciata. “Il Fomc ha assunto un tono ragionevole nella sua guidance indicando che il ritmo futuro dei rialzi sarà graduale e cauto fino a quando le condizioni finanziarie continueranno a restringersi. Questo atteggiamento cauto smorza le preoccupazioni degli investitori su un possibile rialzo veloce e marcato”.

“La decisione della Fed di rialzare i tassi di interesse era attesa ed è la decisione appropriata, considerati i continui segnali positivi provenienti dall’economia degli Stati Uniti”, gli fa eco Jim Leaviss, head of retail fixed interest di M&G investments. “Accogliamo con favore anche le parole di Janet Yellen circa il lift-off che non rappresenta l’inizio di una campagna di rapido e veloce rialzo dei tassi, anche se”, avverte Leaviss, “crediamo che, alla fine, possa verificarsi il rischio che la Banca Centrale debba rialzare i tassi di interesse più velocemente rispetto a ciò che si aspetta il mercato attualmente”.