Willis Towers Watson
Gli investitori continuano a scegliere gli asset alternativi
L’indagine Global Alternatives Survey rivela che, a livello globale, il patrimonio totale gestito in asset alternativi ha raggiunto quota 6.200 miliardi di dollari.
Secondo l’indagine Global Alternatives Survey di Willis Towers Watson, il patrimonio gestito dai primi 100 fondi di investimento alternativi ha raggiunto un valore complessivo di 3.600 miliardi di dollari (+3% rispetto allo scorso anno). L’indagine, che copre dieci asset class e sette tipologie d’investitori, mostra che fra i primi 100 gestori alternativi quelli real estate detengono la percentuale più elevata attività gestite (34%, oltre 1.200 miliardi di dollari), seguiti dai fondi hedge (21%, $755 miliardi), private equity (18%, $640 Mld), fondi di fondi private equity (PEFoFs) (12%, $420 Mld), fondi di fondi hedge (FoHFs) (6%, $222Mld), infrastrutture (5%) e credito illiquido (5%).
L’indagine, inoltre, riporta l’elenco dei gestori più gettonati in ogni asset class, sulla base degli asset under management (AUM). I dati del sondaggio (602 società monitorate) mostrano che, nel complesso, gli asset alternativi totali attualmente gestiti hanno raggiunto quota 6.200 miliardi di dollari. La ripartizione tra le diverse asset class rispecchia quella descritta in precedenza, con l’eccezione di real estate che scende al 23% e degli hedge fund che aumentano al 27% del totale gestito. Viene inoltre evidenziato che, per la prima volta, il livello delle attività legate al settore insurance è di 30 miliardi di dollari, due terzi dei quali investiti in Europa da 13 asset manager.
Alessandra Pasquoni, Responsabile Willis Towers Watson in Italia per l’attività di investment consulting commenta: “Gli investitori istituzionali continuano a focalizzarsi sugli investimenti alternativi, ma non a tutti i costi. Mentre l’afflusso verso questi tipi di asset continua a ritmo sostenuto, gli investitori sono sempre più consapevoli di un necessario allineamento tra interessi e il giusto valore della moneta. Questo ha contribuito a un ulteriore ribilanciamento tra le singole “asset class”, gli investitori aumentano la loro attenzione sui driver di ritorno differenziando gli investimenti per rendere i propri portafogli solidi e in grado di resistere all’alta volatilità dei mercati e all’attuale incertezza macroeconomica.
L’indagine – che include i dati di una vasta gamma di tipologie di investitori istituzionali – mostra che gli asset dei fondi pensione rappresentano un terzo (34%) delle attività gestite dai primi 100 gestori alternativi. Seguono: wealth managers (19%); compagnie assicurative (10%); fondi sovrani (6%); banche (2%); fondi di fondi (2%); fondazioni (2%).
Alessandra Pasquoni: ” Il settore degli investimenti alternativi continua a fare grande affidamento sugli investimenti dei fondi pensione dopo essersi costruito una posizione solida offrendo remunerazioni altamente diversificate grazie a team di gestione altamente qualificati. Tuttavia, a fronte di una sempre maggiore attenzione alla value proposition sia de gestori che degli investitori, vi è una sempre crescente domanda di maggiore allineamento e costi inferiori. Il raggiungimento di questo obiettivo avrebbe un positivo effetto moltiplicatore per i gestori soprattutto per investimenti da altri tipi di investitori quali assicurazioni e fondi sovrani, interessati a sfruttare al massimo la volatilità del mercato e le opportunità alpha; particolarmente in un momento come quello attuale in cui le opportunità beta scarseggiano”
La ricerca mostra che per i primi 100 gestori, il Nord America continua ad essere la destinazione favorita per gli investimenti alternativi (50%), con l’eccezione di infrastrutture e credito illiquido, che investono la maggior parte del capitale in Europa. Complessivamente, il 37% degli investimenti alternativi è in Europa, l’8% in Asia-Pacifico, e il 5% nel resto del mondo.
Fra i primi 100 gestori, i fondi pensione, ancora una volta hanno aumentato il patrimonio gestito rispetto all’anno precedente, superando i 1.500 miliardi dollari in AUM. I gestori immobiliari continuano a detenere la quota maggiore di attività dei fondi pensione con il 40%, seguiti da PEFoFs (20%), fondi hedge (10%), private equity (9%), infrastrutture (8%), FoHFs (7%), credito illiquido (4%).
Alessandra Pasquoni: “Tra gli investitori istituzionali c’è una sempre maggiore propensione a diversificare i propri portafogli. A dimostrazione di ciò registriamo un incremento nell’adozione di strategie “beta alternative” quali riassicurazioni, carry, value, momentum, merger arbitrage – che sono al di fuori delle tradizionali strategie hedge e prevedono fees più basse e un migliore allineamento . C’è continuo interesse verso opzioni disponibili nei settori immobiliare, infrastrutture e altri beni reali, in particolare nelle strategie di rendimento sicuro a cui gli investitori fanno riferimento per la ricerca di resa e diversificazione alla copertura tradizionale di titoli del debito pubblico. Il credito illiquido, governo permettendo, è un altro metodo alternativo di diversificazione delle fonti di rendimento che migliora l’efficienza complessiva del portafoglio in un’ottica sia di rischio che rendimento”
L’indagine mostra inoltre che alla fine del 2015, i primi 25 gestori in termini di attività in gestione di wealth management rappresentano un patrimonio pari a 476 miliardi di dollari (+4%), seguiti dai gestori di asset di compagnie assicuratrici (304 miliardi di dollari – +1%); di fondi sovrani (173 miliardi di dollari – +8%); bancari (100 miliardi di dollari – +10%); fondi di fondi (89 miliardi di dollari – -1’%%); e di fondazioni (87 miliardi di dollari – +8%).
Alessandra Pasquoni: “Lo spostamento da equity e bond ad alternative interessa la maggior parte degli investitori istituzionali mondiali dato che questa strategia ha aiutato ad abbattere il rischio grazie alla diversificazione. La persistente incertezza economica, unita all’elevata volatilità non fa che accrescere questa tendenza. Certo è che mentre il settore della gestione finanziaria nella sua interezza fronteggia alcune questioni esistenziali su come abbia mantenuto le promesse e come aumentare la value proposition in futuro, i migliori gestori continueranno ad innovare il settore ed ad attrarre nuove opportunità di investimento che le condizioni macroeconomiche di volatilità genereranno e che permetteranno agli investitori di conseguire profitti.”
Dal punto di vista dei singoli gestori, Macquarie domina il settore gestito della infrastrutture con $ 95 miliardi, mentre Blackstone, con quasi $ 94 miliardi, è il maggiore gestore di private equity e il più grande gestore di immobili con quasi $ 94 miliardi. Nella classifica Bridgewater Associates, con quasi $ 88 miliardi, è il maggiore gestore di hedge fund e Blackstone è il più grande gestore di FoHF con oltre $ 68miliardi. Goldman Sachs è il più grande gestore PEFoF con oltre $ 45bn e M&G Investments è il maggiore gestore di credito illiquido con oltre $ 33 miliardi. PIMCO domina nelle materie prime con quasi $ 10 miliardi, Infine, TIAA-CREF è il più grande gestore real asset con oltre 7 miliardi di dollari e LGT Capital Partners è il più grande gestore di investimenti assicurativi.
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