Fondi: in Italia le commissioni più alte d’Europa
In media, solo in Belgio i costi sono più elevati, secondo la ricerca realizzata da Morningstar
I risparmiatori italiani pagano tra le commissioni più alte d’Europa, secondi solo ai belgi. E, a differenza di quanto è accaduto negli altri paesi, in Italia i costi sono aumentati rispetto al 2013. A rivelarlo è la ricerca di Morningstar, società leader nella ricerca indipendente sugli investimenti, che ha aggiornato i dati rilevati nel 2013 nei diversi paesi europei.
Nel complesso, spiega Morningstar, le spese correnti (ongoing charge) ponderate per il patrimonio sono calate in media all’1% nel 2016, contro l’1,09% del 2013.
Non così in Italia, dove le commissioni medie sono pari all’1,40%, contro l’1,33% del 2013. Più esosi sono soltanto i fondi belgi, con un costo medio dell’1,47% (oltre ai fondi domiciliati nei “paesi minori” che prelevano in media l’1,53%).
Insieme con Germania, Spagna e Danimarca, l’Italia è fra i paesi dove, rispetto a tre anni fa, i costi sono aumentati di più.
Guardando alle singole tipologie di fondi, in Italia le commissioni più elevate sono sugli azionari, con il 2,11% medio, un dato stabile rispetto al 2013. Seguono i bilanciati con l’1,56% (in lieve calo rispetto all’1,62% rilevato nel 2013), gli obbligazionari con l’1,02% (0,99% nel 2013) e i monetari con lo 0,46% (0,44% tre anni fa).
Le commissioni più basse sono applicate dai fondi domiciliati in Irlanda e Svizzera: appena lo 0,62%: si tratta di paesi dove hanno sede prevalentemente investitori istituzionali e high net worth.
Dal punto di vista delle asset class, i fondi azionari, obbligazionari e bilanciati in Europa sono diventati in media meno costosi dal 2013 ad oggi.
Alla riduzione complessiva delle spese sui fondi europei ha contribuito, spiega Morningstar, l’ondata delle classi senza commissioni, che ha consentito una riduzione di 46 punti base.
Cresce inoltre il peso dei prodotti passivi, come gli Etf: nel complesso, rileva il report, il 10,3% degli asset in comparti azionari inclusi nell’analisi è investito in prodotti passivi, contro l’8% del 2013. E la maggiore penetrazione dei fondi passivi è inversamente proporzionale al livello commissionale di tali fondi.
“Per gli investitori è chiaramente una buona notizia che i costi dei fondi in Europa stiano diminuendo”, commenta Nikolaj Holdt Mikkelsen, capo-analista di Morningstar in Danimarca e autore della ricerca. “Tuttavia, bisogna prestare molta attenzione nella scelta di un fondo per concludere un buon affare. La maggiore penetrazione delle nuove clean share class (classi senza commissioni) ha portato a una diminuzione dei costi dei fondi in alcuni mercati, ma altrove gli investitori stanno invece pagando in media di più rispetto al 2013. Il report 2016 mostra come i fondi costosi tendono a rimanere tali nel tempo, così come quelli economici difficilmente diventano più cari. Questo significa che le attuali commissioni sono un forte indicatore predittivo del livello dei costi futuro”.