Italia, Stati Uniti, Francia e Giappone in coda alla classifica di sostenibilità dei Paesi OCSE

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Più peso a migrazione, istruzione, innovazione e biodiversità nelle nuove classifiche di sostenibilità di Degroof Petercam AM

Degroof Petercam Asset Management ha presentato l’aggiornamento delle sue classifiche di sostenibilità, che pubblica con cadenza semestrale dal 2007 sui Paesi Ocse e dal 2013 su quelli Emergenti.

Gli indicatori utilizzati per elaborare le classifiche sono stati aggiornati, assegnando un peso maggiore a fenomeni di crescente importanza quali i fenomeni migratori, l’istruzione, l’educazione e la biodiversità.

“L’analisi di come ciascun Paese affronta le sfide poste dalle tematiche SRI – ha dichiarato Ophélie Mortier, Responsabile degli Investimenti Responsabili di Degroof Petercam AM – impone il costante monitoraggio e aggiornamento degli indicatori da utilizzare nel costruire la nostra classifica. Il nostro impegno è teso a capire come, di fronte ai grandi trend globali, i diversi Stati si impegnano a rispondere ai bisogni delle generazioni attuali senza compromettere il benessere di quelle future. Questo sforzo, poi, ci consente anche di definire l’universo di investimento dei nostri due fondi SRI sul debito governativo”.

La classifica dei Paesi sviluppati vede il dominio dei Paesi nordici e di lingua tedesca che complessivamente occupano otto delle prime 10 posizioni in classifica. L’Italia, insieme ad altre importanti nazioni come USA, Giappone e Francia, si colloca nella seconda parte della classifica. Il podio dei Paesi emergenti è più composito, con il ruolo di leader ricoperto nuovamente dalla Repubblica Ceca, seguita dalla sorprendente Corea del Sud – salita di ben sette posizioni in soli sei mesi – e dal Costa Rica.

Paesi Ocse: Islanda in testa, l’Italia rimane nuovamente nella parte bassa della classifica

L’Islanda non ha subito particolari contraccolpi dalla recente crisi finanziaria e guida una classifica che vede protagonisti tutti i Paesi del Nord Europa – con Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia nelle prime posizioni – e quelli di lingua tedesca – con Svizzera, Germania e Austria rispettivamente al quinto, ottavo e decimo posto. Sullo slittamento di tre posizioni da parte del Regno Unito – attestatosi in 14esima posizione – non hanno invece pesato i negoziati sulla Brexit, grazie alla prospettiva di lungo termine adottata nella rilevazione.
L’Italia si trova nella parte bassa della classifica, in 29esima posizione, senza modifiche rispetto all’ultima rilevazione. Ciò è legato principalmente al perdurare sotto la media dei valori legati alla trasparenza e alla democrazia, al continuo deterioramento dell’indice di dipendenza della popolazione (il rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva e la popolazione attiva)  più alto della media OCSE e dell’area Euro, e del tasso di disuguaglianza sociale. Passi avanti – ma non sufficienti a portare l’Italia nella metà superiore della classifica – sono stati invece registrati per quanto riguarda la tutela ambientale.
Punteggi contenuti anche per Giappone e Stati Uniti. Per quanto riguarda il primo, al 21esimo posto, a pesare sono soprattutto la scarsa attenzione alla preservazione dell’ambiente e gli scarsi punteggi ottenuti nel pilastro Popolazione, principalmente a causa di un basso tasso di fertilità e di un insufficiente livello di soddisfazione di vita, che si traduce anche in un alto tasso di suicidi. Sugli Stati Uniti, 28esimi, il ciclone Trump ha avuto un effetto limitato (perse solo due posizioni), nonostante il rifiuto di utilizzare un approccio costruttivo rispetto alla tematica ambientale e alla discriminazione dei lavoratori migranti.

Paesi Emergenti: Repubblica Ceca, Corea del Sud e Costa Rica nelle prime posizioni. Cina, Russia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti esclusi dall’universo d’investimento perché non democratici

Il rispetto dei valori democratici rappresenta uno degli elementi principali presi in considerazione nella realizzazione dell’analisi di sostenibilità applicata ai Paesi Emergenti. Per questo motivo alcuni tra i principali attori economici a livello globale non vengono inseriti nell’universo di investimento, appunto perché valutati da autorevoli fonti internazionali come “non liberi”. È il caso ad esempio della Cina, della Russia, dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi Uniti e dell’Egitto.
Il podio della classifica dei Paesi Emergenti vede in cima la Repubblica Ceca, seguita dalla Corea del Sud (che rispetto all’ultima rilevazione ha guadagnato ben sette posizioni) e dal Costa Rica. I venti autoritari che spirano in Europa Centrale, con implicazioni legate in particolar modo al tema dei diritti politici, hanno colpito soprattutto Ungheria e Polonia, con quest’ultima che ha perso due posizioni uscendo dal podio.

Le classifiche di sostenibilità di Degroof Petercam AM – Come funzionano

Le classifiche vengono elaborate analizzando oltre 60 indicatori per i Paesi OCSE e circa 40 indicatori per i Paesi emergenti e di frontiera, che vengono raggruppati in cinque pilastri: Trasparenza delle istituzioni e valori democratici; Tutela dell’ambiente; Popolazione, sanità e distribuzione della ricchezza; Istruzione, Ricerca & Sviluppo; Economia. Oltre a questi viene preso in considerazione anche un indicatore di tendenza, che tiene conto dei progressi attuati da ciascun Paese nel tempo in tema di sostenibilità, in modo da “premiare”, contemporaneamente, i Paesi che sono risultati più virtuosi e anche quelli che hanno compiuto ragguardevoli passi avanti.

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La classifica di sostenibilità dei Paesi OCSE di Degroof Petercam AM aggiornata al secondo semestre 2017 – Fonte: Degroof Petercam Asset Management 
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La classifica di sostenibilità dei Paesi emergenti di Degroof Petercam AM aggiornata al secondo semestre 2017 – Fonte: Degroof Petercam Asset Management