Russia: rublo come arma di ricatto
L’economia della Russia subirà probabilmente una forte contrazione a causa delle massicce sanzioni economiche senza precedenti in termini di portata dell’Occidente. Di quanto è difficile da stimare al momento. La durata della guerra giocherà un ruolo importante, così come le eventuali contro-sanzioni russe nonché le possibilità che la Russia troverà per aggirare o compensare tali sanzioni. Bisogna sottolineare che in questo senso la Russia dipende soprattutto dalla Cina. In generale, va notato che gran parte dei paesi emergenti, tra cui Cina, Brasile e India, non partecipa alle sanzioni dell’Occidente. Il Cremlino avrà probabilmente messo in conto la maggior parte delle sanzioni occidentali, ma non certo tutte.
È discutibile, tuttavia, quanto realisticamente sia stato stimato di poter resistervi nel tempo. Forti dubbi in questo senso sembrano opportuni. Per esempio, il congelamento/sequestro di gran parte delle riserve valutarie della banca centrale russa ha evidentemente colto Mosca di sorpresa, il che è piuttosto sconcertante. Circa 300 miliardi di dollari sotto forma di euro, dollari USA e oro sono quindi inaccessibili per il momento o per sempre alla Russia, cosa che avrebbe potuto essere ridotta a una frazione se fossero state prese per tempo misure appropriate per il loro rimpatrio. Nel frattempo, la Russia ha annunciato che per il momento rimborserà le obbligazioni denominate in dollari ed euro soltanto in rubli e la banca centrale ha congelato gli asset russi degli stranieri.
La Russia richiede il pagamento in rubli del gas esportato verso l’UE
Il presidente Putin ha annunciato che intende rispettare i contratti di gas esistenti, con i paesi occidentali, ma che il pagamento è richiesto in rubli. I clienti UE dovranno quindi acquistare una grande quantità di rubli – tramite le banche russe. Ciò fornirebbe grande supporto alla valuta russa. Sarà interessante vedere se l’UE si rifiuterà di pagare in rubli. In questo caso, però, non ci sarebbero più forniture e i contratti verrebbero annullati. Questo comporterebbe nuove turbolenze economiche. Perché finora sono stati soprattutto gli europei a escludere deliberatamente dalle sanzioni le importazioni di petrolio e di gas, perché è difficile sostituirle nell’immediato futuro e il loro venire a mancare avrebbe un impatto estremamente rilevante su molte economie europee.
Nel frattempo, la Russia ha problemi a vendere il suo petrolio, anche offrendo grandi sconti. Le case di spedizione si rifiutano in parte di trasportare merci da o verso la Russia. Molte aziende all’estero stanno quindi imponendo sanzioni quasi autonomamente o temono massicci danni reputazionali se continuano a operare con o in Russia. Ciò potrebbe risultare in ulteriori difficoltà globali nei flussi di beni di quasi ogni tipo e tutto questo in modo totalmente caotico e difficile da risolvere. La valuta russa ha ceduto massicciamente dopo l’attacco russo all’Ucraina, ma da allora si è notevolmente ripresa e stabilizzata. La banca centrale ha alzato drasticamente i tassi d’interesse di riferimento al 20% e inoltre ha imposto ulteriori restrizioni all’esportazione dei capitali. Le azioni russe a Mosca e all’estero sono scese drasticamente dopo l’inizio della guerra; poco dopo la Borsa di Mosca ha completamente sospeso le negoziazioni fino a nuovo avviso. MSCI ha già rimosso la Russia dai suoi indici globali.
La fine militare non è in vista, una soluzione negoziata è ancora lontana
A livello militare non sembra essere in vista nessuna rapida fine del conflitto. Una soluzione negoziata sembra molto lontana. Ci sono molti elementi che suggeriscono che il Cremlino abbia sbagliato i calcoli sotto diversi aspetti. Il presidente Putin è praticamente andato “all-in” sia sul piano interno sia su quello geopolitico e difficilmente può tornare indietro, visti gli enormi costi economici e militari già pagati. L’Occidente, inoltre, non ha in alcun modo prospettato la revoca delle sanzioni se la Russia dovesse fermare la guerra, al contrario. Il ministro delle Finanze francese ha anche parlato apertamente del fatto che L’UE sta combattendo una guerra economica contro la Russia. La rottura tra la Russia e l’UE sembra essere totale e quasi irreversibile, a meno che non ci sia un cambio di potere filo-occidentale a Mosca. È probabile che il Cremlino mobiliti ulteriori forze militari, se necessario, per conquistare con ogni mezzo possibile una vittoria sul campo di battaglia. A Kiev si sta evidentemente temporeggiando e sperando che la Russia non riesca a resistere abbastanza a lungo sia sul piano economico che politico interno per poter sconfiggere militarmente l’Ucraina. Inoltre, si sta cercando con tutti i mezzi di provocare un intervento militare diretto della NATO e/o nuove massicce forniture di armi. Quest’ultimo comporta il pericolo reale di una guerra mondiale (nucleare). L’aspetto negativo di queste strategie di Mosca e Kiev è un numero sempre crescente di vittime militari e civili e una progressiva distruzione dell’Ucraina.