Riforma fiscale e provvedimenti urgenti. La parola alla futura opposizione
Nell’intervista pubblicata il 28 settembre scorso avevamo affrontato con Alessia Potecchi la questione sociale e il tema delle diseguaglianze perché la crisi, il caro bollette, l’inflazione, il caro vita colpiscono in maniera particolare le imprese e le famiglie che già si trovano in una situazione di difficoltà e di disagio economico.
Cerchiamo di approfondire oggi il tema della riforma fiscale e dei provvedimenti più urgenti che il nuovo governo dovrebbe varare secondo il punto di vista dell’opposizione.
Intervista ad Alessia Potecchi, Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD di Milano Metropolitana.
“Noi necessitiamo di un fisco che vada incontro ai redditi medio bassi che sono quelli che stanno soffrendo di più la crisi energetica e l’inflazione. Bisogna che avvenga un vero processo di semplificazione e razionalizzazione e che soprattutto le norme dello Statuto del Contribuente vengano applicate rinunciando in termini definitivi a misure di retroattività delle norme.
Ci dobbiamo rendere conto che dobbiamo superare definitivamente ogni contrapposizione tra amministrazione finanziaria e contribuenti, è questo necessario per svolgere un’azione concreta di contrasto all’evasione fiscale.
Dobbiamo recepire le risorse dalla lotta all’evasione fiscale che va incentivata con tutte le nuove tecnologie di cui disponiamo. Nel PNRR tra tutti gli obiettivi c’è quello che riguarda il recupero di evasione fiscale: è scritto nero su bianco che bisogna ridurre il tasso di evasione dal 18,5% al 15,8%, vuol dire recuperare 12 miliardi all’anno di evasione fiscale e nel PNRR sono indicate tutte le tappe e gli strumenti per raggiungere questi obiettivi”.
Ma non possiamo ritenere ormai assodato che il PNRR porterà solo effetti positivi alla nostra economia?
“Sì. il PNRR è una conquista per cui l’Italia si è battuta nel 2020, ma ora la destra vuole rimetterlo in discussione: quel piano rappresenta un vero e proprio modello di Paese, si parla di decarbonizzazione, sviluppo sostenibile, modello sociale, le politiche attive del lavoro, il modello di un Paese che scommette sulla riduzione delle diseguaglianze sociali e di genere e su cui dobbiamo fare leva per il rilancio economico e noi lo dobbiamo attuare al più presto. In quel piano sono contenute tutte le riforme per modernizzare il Paese da cui dipende un pezzo importante e fondamentale del nostro futuro”.
Quali sono gli aspetti più importanti a suo parere?
“Nel PNRR c’è un’attenzione importante a donne e giovani. L’obiettivo è ambizioso: un aumento del 4 per cento dell’occupazione femminile entro il 2026, un risultato che sarà possibile attivando progetti di varia natura, che vanno dalla formazione fino all’inserimento lavorativo, e ancora attraverso incentivi e misure ad hoc. Ancora il “Fondo impresa donna”, un pacchetto di risorse che si propone di contribuire allo sviluppo sul mercato di almeno 700 nuove imprese femminili entro il 2023, con l’ambizione di arrivare fino a oltre 2400 entro il 2026. L’innovazione e l’arricchimento tecnologico saranno al centro di questi progetti”.
Il raggiungimento della parità di genere sarà qualcosa di verificabile nei prossimi anni?
“Contestualmente alle azioni dirette e indirette, verrà realizzato un sistema nazionale di certificazione che si occupi di monitorare la parità di genere. Verranno destinati circa 4,5 miliardi di euro agli asili nido e alle scuole per l’infanzia. Si tratta di programmi che avranno ricadute estremamente positive sia a livello sociale che economico: basti pensare che l’implementazione della rete di asili nido potrebbe avere una ricaduta importante sull’occupazione e sul Pil, tanto che secondo una stima di Banca d’Italia se l’occupazione femminile arriverà al 60% il Pil potrebbe crescere di 7 punti percentuali. Indietro non si può tornare. Noi ci batteremo e ci impegneremo perché tutto questo venga mantenuto e realizzato perché ne va del futuro del nostro Paese e della nostra posizione e collocazione internazionale”.