Casse di previdenza e politiche di investimento
Nella Relazione annuale della Covip vi è una ampia parte dedicata alle Casse di previdenza dei liberi professionisti che rientrano nel relativo perimetro di vigilanza per quel che riguarda gli investimenti.
Sull’assetto regolamentare degli investimenti delle casse di previdenza, come ricorda la Autorità di Vigilanza, è intervenuta la Legge di bilancio per l’anno 2023 prevedendo che entro il 30 giugno 2023 i Ministeri vigilanti, sentita la CovipP, definiscano norme di indirizzo nelle materie di investimento delle risorse finanziarie delle casse, di conflitti di interesse e di depositario, oltre che in tema di informazione nei confronti degli iscritti e di obblighi relativamente alla governance degli investimenti e alla gestione del rischio. È altresì previsto che entro sei mesi dall’adozione di tali norme di indirizzo le casse di previdenza adottino disposizioni attuative tramite regolamenti interni.
Pur nell’incompletezza del quadro normativo di riferimento, viene sottolineato, la Covip ha comunque svolto in questi anni le proprie funzioni di controllo sugli investimenti delle casse di previdenza, trasmettendo dettagliati referti ai Ministeri vigilanti e svolgendo diversi approfondimenti, anche a seguito di richieste dei Ministeri stessi, su specifici aspetti della gestione finanziaria di ciascuna delle 20 casse, anche attraverso iniziative di carattere ispettivo.
Quali sono i dati? Alla fine del 2021, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 107,9 miliardi di euro, in aumento di 7,2 miliardi rispetto all’anno precedente (7,1%). Dal 2011 al 2021 tali attività sono cresciute complessivamente di 52,2 miliardi di euro, pari al 93,7%. Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli OICVM detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 39,5 miliardi di euro (corrispondenti al 36,6% del totale). La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate) si attestano a 20 miliardi di euro (18,3% del totale).
Nel quinquennio 2017-2021 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di 4,5 punti percentuali. Gli investimenti nell’economia italiana (titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) ammontano a 40 miliardi di euro, pari al 34,3% delle attività totali di cui la componente immobiliare ammonta a 18,6 miliardi.