Il Plenum cinese, priorità e politiche
I leader cinesi hanno avuto un arduo compito durante il “Terzo Plenum” del 15-18 luglio. L’incontro, così chiamato perché inserito in un ciclo di vertici politici che si tengono ogni cinque anni per tracciare riforme economiche a lungo termine, avrebbe dovuto produrre una tabella di marcia per dissipare la percezione del malessere economico cinese. Tuttavia, sono state annunciate poche misure concrete. Nonostante il sostegno ai settori della tecnologia verde e dell’energia, ritenuti cruciali per la sicurezza nazionale e la resilienza economica, i risultati, riassunti in tre documenti ufficiali che nella traduzione inglese valgono 25.000 parole, non hanno soddisfatto le aspettative dei mercati.
Principali risultati:
- Il tanto atteso Terzo Plenum della Cina non ha portato riforme radicali, ma solo più sostegno ai settori strategici e maggiore enfasi sulla sicurezza.
- La crescita sta rallentando e l’economia cinese rimane dipendente dalle esportazioni, con una domanda interna debole. Non vediamo ancora una sufficiente determinazione politica per cambiare questa dinamica.
- Ulteriori dazi sulle importazioni cinesi sotto la nuova amministrazione Trump potrebbero ridurre dell’1,5% la crescita cinese nel 2025. Prevediamo una maggiore volatilità in vista delle elezioni statunitensi di novembre.
- Riteniamo che qualsiasi sostegno politico cinese a breve termine sarà compensato da molte sfide che si riflettono sempre più negli asset finanziari cinesi.