Nuveen: posizionare i portafogli per affrontare l’incertezza dei prossimi mesi

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L’economia statunitense e quella globale continuano a espandersi a un ritmo sostenuto. Prevediamo che la crescita inizierà a decelerare nella seconda parte dell’anno, dinamica che sta già iniziando a manifestarsi nei dati. Dopo diversi trimestri consecutivi di sorprese positive, i principali indicatori iniziano infatti a mostrare una certa debolezza. La creazione di posti di lavoro è diventata irregolare, con una forte decelerazione ad aprile seguita da una ripresa a maggio. Altri dati – tra cui le offerte di posti di lavoro, il tasso di dimissioni e le indagini sul sentiment delle imprese – hanno mostrato segnali di debolezza. In Europa, le condizioni sono migliorate ma la crescita economica complessiva rimane debole. I problemi del settore immobiliare e la debolezza del sentiment dei consumatori sono elementi negativi in Cina, anche se la crescita si è stabilizzata nei mercati emergenti.

Dopo che il PIL statunitense del primo trimestre ha deluso mostrando una debolezza della crescita complessiva e un’inflazione sorprendentemente persistente, gli investitori si sono trovati di fronte alla prospettiva di un mix indesiderato di crescita debole e inflazione elevata. Tuttavia, sebbene il PIL reale sia cresciuto solo dell’1,3% su base annua nel primo trimestre, questo numero è in qualche modo fuorviante, poiché la crescita è stata frenata da un -1,3% dovuto alle scorte e alle esportazioni nette. Prevediamo un rallentamento a circa il 2% entro la fine dell’anno, che rappresenta comunque un livello di crescita discreto.

Sul fronte dell’inflazione, negli ultimi mesi i prezzi dei servizi core si sono dimostrati persistentemente elevati, come da attese. Prevediamo un modesto allentamento in settori chiave come quello abitativo nel corso dell’anno, ma il movimento sarà probabilmente lento e disomogeneo.

Queste diverse prospettive economiche e inflazionistiche nei vari paesi e regioni si traducono in divergenze nella politica monetaria. La BCE e la Banca del Canada hanno tagliato i tassi a giugno (dopo i precedenti tagli delle banche centrali di Svizzera e Svezia) e ci aspettiamo ulteriori tagli nei prossimi mesi.

Nel contesto attuale, riteniamo improbabile che la Fed possa contrastare completamente la tendenza globale alla riduzione dei tassi, ma è anche probabile che si muova più lentamente di quanto molti si aspettino. Se la Fed taglierà una o due volte quest’anno, il livello complessivo dei tassi d’interesse statunitensi rimarrà storicamente piuttosto elevato.

Nel complesso, prevediamo che la volatilità dei mercati aumenterà con l’avvicinarsi delle elezioni USA, ma a prescindere dall’esito, la rimozione dell’incertezza dovrebbe alla fine calmare i mercati e possibilmente stimolare un po’ di appetito per il rischio. Particolarmente importante è la politica fiscale statunitense, vista la scadenza prevista dei tagli fiscali introdotti nell’era Trump nel 2017. Se i risultati delle elezioni vedranno una maggioranza repubblicana, è probabile che questi tagli vengano estesi o resi permanenti. Al contrario, i crediti d’imposta per l’energia pulita verrebbero probabilmente ampliati con un risultato a maggioranza democratica. Inoltre, gli Stati Uniti devono affrontare il tema dell’aumento del debito, anche se dubitiamo che si verificheranno tagli significativi alla spesa, indipendentemente dal risultato. Anche la politica sanitaria ed energetica, il contesto normativo e le questioni commerciali sono destinati ad evolvere dopo novembre.

Azionario

Nel complesso, preferiamo concentrarci sui segmenti di maggiore qualità, orientandoci verso i settori e le aree geografiche che offrono vantaggi a livello di fondamentali e di valutazione. Abbiamo invece una view meno positiva sulle aree maggiormente sensibili all’economia o ai tassi d’interesse.

Negli Stati Uniti, preferiamo le large cap alle small cap (che tendono a non performare altrettanto bene quando la crescita economica rallenta). Inoltre, vediamo particolari opportunità nei settori che possono beneficiare del boom dell’intelligenza artificiale. A livello settoriale, le nostre aree di interesse includono l’energia (forti dinamiche di domanda e offerta) e la tecnologia (in particolare software e semiconduttori, che dovrebbero essere resistenti in caso di rallentamento della crescita).

Al di fuori degli Stati Uniti, riteniamo che le azioni giapponesi siano interessanti con il Giappone che sta finalmente uscendo dalla sua decennale battaglia contro la deflazione. E sebbene la BOJ stia lentamente aumentando i tassi, la politica monetaria giapponese rimane tra le più accomodanti al mondo. Anche alcuni mercati emergenti, caratterizzati da un valore relativo e da un miglioramento degli utili, appaiono interessanti, come ad esempio la Cina, favorita dalla ripresa dell’economia.

Obbligazionario

I mercati obbligazionari appaiono nel complesso molto interessanti. Non ci aspettiamo un calo drastico dei tassi, ma riteniamo che i rendimenti obbligazionari dovrebbero calare in misura modesta nella seconda metà del 2024. È importante notare che, anche se i tassi dovessero rimanere elevati, i rendimenti attuali offrono ancora un reddito interessante.

Con l’affievolirsi della minaccia di un aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse, riteniamo opportuno mantenere una posizione di duration neutrale. Se le banche centrali iniziassero a tagliare i tassi in modo più aggressivo di quanto ci aspettiamo, gli investitori potrebbero prendere in considerazione la possibilità di passare a una posizione di duration più lunga, ma non riteniamo che ciò sia probabile nel breve termine. I rendimenti interessanti e l’opportunità di ottenere un rendimento totale aggiuntivo con il calo dei tassi a lungo termine fanno sì che gli investitori che detengono liquidità in eccesso facciano bene a considerare una riallocazione nel reddito fisso.

Sosteniamo la necessità di concentrarsi sulla flessibilità e sulla diversificazione tra i settori del credito, poiché vediamo solide opportunità in tutti i mercati globali del reddito fisso. In questo contesto, siamo meno positivi sulle obbligazioni investment grade, data la recente forte performance e gli spread ristretti. Al contrario, privilegiamo le aree di qualità relativamente più elevata dei senior loan e delle collateralized loan obligations, che presentano solidi fondamentali e dovrebbero continuare a beneficiare dei tassi “più alti più a lungo”. Guardiamo con favore anche ai titoli privilegiati che beneficiano di una solida base di emittenti e gli investimenti nel debito dei mercati emergenti che presentano una migliore qualità del credito.