Pubblicato il Future Health Index 2024
E’ stato pubblicato il Future Health Index 2024, studio sul settore sanitario a livello mondiale realizzato con il contributo non condizionante di Philips, leader globale nell’Health Technology. La indagine, giunta alla sua nona edizione, analizza come le strutture ospedaliere, secondo i leader della sanità, siano in grado di fornire cure tempestive e di alta qualità al maggior numero di persone. Lo studio si concentra su quali siano gli ostacoli al raggiungimento di questi obiettivi, esaminando anche i modi per superarli.
Nel 2024 il Future Health Index si basa su un’indagine quantitativa proprietaria condotta in 14 Paesi e supportata da interviste qualitative in quattro di questi Paesi: Regno Unito, Singapore, Sudafrica e Stati Uniti. Con particolare riferimento al nostro Paese le innovazioni basate sulla digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e l’approccio data-driven sono gli elementi chiave per affrontare le sfide del sistema sanitario italiano, tra cui la carenza di personale, le difficoltà finanziarie, l’aumento delle liste d’attesa e la crescente domanda di cure.
La maggior parte dei leader italiani della sanità riconosce il forte impatto della riduzione del personale sulle attività di reparto. Burnout, stress, peggioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata e del morale dello staff, secondo quanto riferito dai leader della sanità, sono superiori in Italia (88%) rispetto al resto del mondo (66%) e all’Europa (71%). Quasi tre quarti dei leader (74%) vedono inoltre il personale abbandonare il proprio ruolo a causa degli eccessivi carichi di lavoro, con un ulteriore impatto sull’erogazione delle cure.
In questo contesto, l’automazione è considerata dai leader sanitari italiani come un’alleata per limitare l’impatto della carenza di personale, in particolare per ridurre i compiti amministrativi quotidiani (86%) e per gestire le attività ripetitive (81%), valorizzando le loro competenze (78%). Inoltre, il 37% degli intervistati ritiene che l’assistenza sanitaria virtuale possa aiutare a facilitare la collaborazione tra gli operatori sanitari in diverse sedi, migliorando l’assistenza ai pazienti e riducendo i tempi di risposta clinica. Secondo i leader della sanità italiani, gli insights forniti dai dati racchiudono un enorme potenziale per rendere il settore più efficiente e per migliorare l’assistenza ai pazienti, in primis a supporto delle procedure diagnostiche e terapeutiche (57%), contribuendo a ridurre le lista d’attesa, ma anche per ottimizzare i percorsi di cura (54%) e per ridurre le riammissioni in ospedale (35%).
Con l’accelerazione verso l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, tra le misure finanziate dai fondi del PNRR destinati alla sanità, l’interoperabilità dei dati sanitari rappresenta una sfida non più rimandabile per i leader del settore: l’interconnessione tra le informazioni all’interno delle cartelle cliniche e altre piattaforme è un obiettivo da raggiungere per il 40% degli intervistati.
Con una crescita degli investimenti del 35% nel 2023 [2], l’intelligenza artificiale rappresenta una realtà diffusa in molte organizzazioni sanitarie in Italia, in particolare in radiologia dove l’IA non solo consente di accelerare il processo di acquisizioni delle immagini senza artefatti e rumore, evirando di ripetere l’esame, ma può anche supportare i clinici nel processo decisionale.
Sono diverse le aree in cui i leader della sanità progettano di investire in IA a supporto del processo decisionale nei prossimi tre anni: da soluzioni capaci di rendere più efficiente il monitoraggio dei pazienti in ospedale (38%) e da remoto (41%) a quelle che migliorino la prevenzione e l’individuazione delle patologie (38%).
Il settore, però, pone l’accento anche sulla necessità di individuare politiche sull’uso etico dei dati e dell’IA; per circa la metà dei leader italiani è fondamentale non solo investire in formazione ed educazione in modo costante (55%), ma anche rendere l’intelligenza artificiale più trasparente e interpretabile (49%), dimostrando di essere in linea con le premesse dell’AI Act recentemente approvato dal Parlamento Europeo e con il disegno di legge proposto dal Consiglio dei Ministri.
Responsabile di oltre il 4% delle emissioni globali di CO2, più dell’industria aeronautica e dei trasporti, il settore sanitario non può tendere all’efficienza senza impegnarsi per diminuire il proprio impatto ambientale. Una sensibilità avvertita anche da una larga maggioranza dei leader italiani (83%), che ritengono la sostenibilità una priorità assoluta per le organizzazioni sanitarie. Le azioni già intraprese riguardano soprattutto la riduzione dei rifiuti (45%), l’eliminazione delle sostanze pericolose (39%) e l’efficienza energetica (32%), quest’ultima considerata una strategia da implementare nelle proprie strutture nei prossimi tre anni dal 42% degli intervistati. La sostenibilità, inoltre, rappresenta una tematica sempre più determinante anche degli acquisti: il 46% dei leader della sanità in Italia dichiara di voler selezionare con target e iniziative di sostenibilità e di privilegiare l’acquisto di apparecchiature più sostenibili anche in ottica di economia circolare (44%). Una sensibilità condivisa in particolare con le aziende health tech, che per quasi un terzo (32%) dei leader italiani rivestono un ruolo chiave nel migliorare la tempestività e la qualità dell’assistenza, oltre alle istituzioni governative (55%), osserva ancora il Rapporto