UBP – Svolta a sinistra per Francia e UK, ma prospettive economiche diverse attendono i due lati della Manica
L’attività economica europea è in graduale ripresa, grazie alla disinflazione, alla bassa disoccupazione e agli investimenti pubblici. L’Eurozona e il Regno Unito stanno uscendo dalla recessione e per la seconda metà dell’anno si prevede una crescita più sostenuta. Tuttavia, esistono differenze significative tra i vari Paesi, con una ripresa fragile in Germania e una ripresa più pronunciata in Spagna e nel Regno Unito.
Le elezioni nel Regno Unito e in Francia potrebbero portare prospettive diverse, a seconda dei governi entranti e delle loro politiche. Senza necessariamente mettere un freno all’attuale ripresa, nel medio termine i due Paesi potrebbero prendere strade diverse. Per il Regno Unito, la sfida consiste nel riconquistare la propria posizione dopo la Brexit e nel definire una strategia a medio termine. Per la Francia, la sfida è aumentare il potenziale di crescita senza compromettere le riforme passate o la stabilità e la coesione dell’Eurozona.
I risultati delle elezioni francesi non pongono fine alle incertezze
Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale – decisione presa dal presidente Macron nella notte delle elezioni europee, che hanno visto l’ascesa dell’estrema destra – non ha portato alcuna chiarificazione e il partito del presidente ha perso seggi in parlamento. Ora ci sono tre blocchi, con la sorprendente ascesa del blocco di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (NPF), seguito dal partito di Macron e dal blocco di estrema destra che è arrivato terzo. Questi tre blocchi hanno programmi molto diversi e nessuno di essi è in grado di governare da solo.
La Francia dovrà formare una coalizione che, come in Germania, combini diverse componenti del blocco di sinistra, del centro e della destra moderata. Poiché i Giochi Olimpici sono alle porte, la formazione di un governo potrebbe richiedere un po’ di tempo, per cui potrebbe essere istituito un governo “tecnocratico”. Inoltre, potrebbe formarsi una “coalizione di circostanza”, ma la situazione rischia di essere instabile a causa di possibili voti di sfiducia e potrebbe risultare nello scioglimento dell’Assemblea da qui a un anno. Questa situazione potrebbe portare, nei prossimi mesi, a un “parlamento sospeso”.
In termini di crescita, il programma presentato dall’estrema sinistra (NPF) è stato quello più generoso, con stime di 100 miliardi di euro da spendere in misure sociali (aumento dei salari minimi, congelamento dei prezzi, riduzione dell’età pensionabile a 60 anni), accompagnate da significativi aumenti delle tasse (imposte sulle società, sul patrimonio, sulle finanze). Tuttavia, il NPF non ha la maggioranza, il che riduce la probabilità di una piena attuazione del programma nel quadro di una coalizione.
I vincoli di bilancio rimangono stretti e, per rispettare le regole fiscali europee, qualsiasi misura dovrebbe essere accompagnata da un aumento delle tasse. Infatti, il governo deve ridurre il proprio deficit di circa 25 miliardi di euro entro il 2025, poiché è soggetto a una procedura di deficit eccessivo da parte dell’Unione Europea.
Una coalizione di centro/centrosinistra sarebbe in grado di adottare solo misure modeste che porterebbero a una deviazione limitata dal percorso economico. Il rischio sarebbe maggiore se venissero messe in discussione le riforme passate (su pensioni e mercato del lavoro) e quelle favorevoli alle imprese, ma questo richiederebbe una vera maggioranza.
Lo stallo di governo potrebbe lasciare invariata la traiettoria economica nel breve periodo, ma potrebbe ostacolare i risultati a medio termine e rendere impossibile la realizzazione di riforme significative.
Elezioni nel Regno Unito: cambio di governo e politica con stabilità fiscale?
La vittoria dei laburisti è stata schiacciante, come previsto, e ora hanno una larga maggioranza in parlamento (411 seggi contro i 326 necessari per la maggioranza).
Dopo questa vittoria, ci si aspetta un periodo di stabilità politica, una politica economica favorevole alla crescita, investimenti in nuove energie e tecnologie e, soprattutto, responsabilità fiscale, con l’impegno a ridurre il debito pubblico nel medio termine.
Con l’economia inglese appena uscita dalla recessione, il margine di manovra fiscale è limitato e il governo dovrà adottare un approccio misurato alle riforme. Le riforme più emblematiche dovrebbero riguardare la sanità (NHS e riduzione delle liste d’attesa) e l’istruzione (con l’assunzione di 5.000 insegnanti), finanziate da un giro di vite sull’evasione fiscale, dall’aumento dell’IVA sulle scuole private, dalla chiusura dei tassi d’interesse maturati, dall’aumento delle tasse sugli acquisti di abitazioni da parte di stranieri e dall’estensione dell’imposta sulle plusvalenze per le compagnie petrolifere e del gas. Inoltre, il governo laburista intende lanciare un Green Prosperity Fund con partner privati e creare una Great British Energy Company e un National Wealth Fund per promuovere le nuove energie, le nuove tecnologie e le infrastrutture (ferroviarie). Accanto a queste misure, dovrebbero essere avviate relazioni commerciali più strette con l’Unione Europea.
Data la sua ampia maggioranza parlamentare, il governo potrebbe essere tentato di andare oltre con le riforme, il che richiederebbe un maggiore margine di bilancio attraverso ulteriori aumenti delle tasse. Possibili aree di riforma includono i contratti del mercato del lavoro, l’ambiente, i bilanci locali non finanziati e le riforme della pianificazione per accelerare la costruzione e limitare la regolamentazione. Questo potrebbe portare a un aumento delle imposte, come quelle di successione e sulle plusvalenze, per ottenere un gettito supplementare di quasi 20 miliardi di sterline.
Il nuovo governo non dovrebbe compromettere l’attuale ripresa economica (0,8% nel 2024 e 1,6% nel 2025); inoltre, un’attuazione misurata delle riforme proposte non dovrebbe stimolare la crescita nel breve termine, ma piuttosto avere un impatto positivo sul potenziale di crescita potenziale nel medio periodo. Le misure sono anche leggermente inflazionistiche (il costo del lavoro deve essere monitorato), per cui non dovrebbero impattare il percorso di riduzione dei tassi di riferimento previsto per i prossimi 12 mesi (il primo taglio è atteso per agosto).
La sfida per un governo che si impegna per il cambiamento è quella di non deludere le promesse elettorali senza modificare la traiettoria della relativa stretta fiscale nel medio termine; nel breve termine, questo approccio consente una transizione politica senza una reazione negativa dei mercati finanziari. Gli aumenti delle tasse potrebbero impattare maggiormente i mercati azionari rispetto a quelli obbligazionari, in quanto rientrano nella ricerca di un pareggio di bilancio.