Videogiochi e monetizzazione

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I più recenti dati, raccolti a fine 2023, evidenziano come il mercato dei videogiochi sia giunto a valere globalmente quasi 336 miliardi di dollari, confermando un trend che secondo molte proiezioni farà superare i 520 miliardi entro il 2027. Il solo mercato italiano, non certo tra i primi a livello mondiale, vale oltre 2 miliardi di dollari l’anno, con 13 milioni di videogiocatori attivi. Il gaming è diventato un business: che questo sia causa oppure conseguenza dell’enorme crescita di popolarità del videogioco, i valori economici che mette in moto sono oggettivi.

In effetti, anche sotto questo punto di vista il mondo del videogioco è diventato un sistema complesso con numerosi modelli di business. Sviluppare un videogioco infatti costa tanto, tantissimo: le spese per le aziende, legate anche agli stipendi dei tanti professionisti, lievitano di anno in anno e rendono necessarie operazioni come la ricerca di investitori e il sostegno economico da parte degli utenti. I ricavi dei videogiochi ormai non provengono più dall’acquisto di un titolo, ma spesso sono diluiti nel corso del tempo. Comprare un gioco e riprodurlo sul proprio PC o console è diventato solo uno tra i tanti metodi attraverso i quali le aziende del gaming ottengono i loro ricavi, e anzi è ormai l’eccezione, soppiantata da numerosi metodi di monetizzazione differenti.

Ci sono per esempio i DLC, dal termine inglese downloadable content o contenuto scaricabile. Dopo l’acquisto di un gioco si possono ottenere contenuti aggiuntivi, da comprare in un secondo momento per poi scaricarli e aggiungerli al gioco acquistato. Una formula che permette di ottenere altri ricavi da un gioco già venduto, provenienti sia da piccole transazioni che da corpose aggiunte: un DLC può essere un semplice contenuto estetico, dal valore di pochi soldi, o una vera e propria espansione con nuove mappe e modalità, il cui costo è solo lievemente inferiore a quello di un gioco completo.

 

 

Un altro metodo ormai diffusissimo è quello del negozio di gioco, ossia un menù interno al videogioco dove è possibile acquistare oggetti. Più che veri e propri contenuti aggiuntivi, parliamo in questo caso di oggetti estetici: skin particolari, abbigliamento o accessori di vario tipo da utilizzare poi in gioco e sfoggiare di fronte agli altri giocatori. Gli acquisti possono essere fatti direttamente in valuta reale oppure con una valuta di gioco, la quale però a sua volta può essere acquistata tramite valuta reale. Queste microtransazioni sono capaci di generare talmente tanti utili da permettere che in molti casi i titoli principali siano distribuiti gratuitamente, con la formula Free to Play: il gioco è gratuito, ma molti contenuti vanno acquistati nel negozio di gioco, alimentando questo ciclo di piccoli acquisti ripetuti nel tempo.

Altro sistema di monetizzazione è poi quello basato sul concetto di Game as a Service, il quale prevede che il gioco sia supportato durante un periodo di tempo più o meno lungo tramite il continuo rilascio di vari contenuti. Questi contenuti sono tendenzialmente lanciati gratuitamente, ma in molti casi è presente un sistema stagionale di ricompense a pagamento. Si tratta di un percorso attraverso il quale si procede semplicemente giocando, scalando i vari livelli e ottenendo le ricompense di ognuno di essi. Per accedere al percorso serve però un pass: quello gratuito assicura una ricompensa ogni tot livelli, ma c’è anche un pass a pagamento che assicura ricompense migliori assegnate in tutti i livelli raggiunti. Ne è la dimostrazione perfetta il PokerStars Rewards, il percorso a livelli progressivi implementato nelle scorse settimane dalla nota piattaforma della picca rossa: giocando specifiche modalità si ottiene esperienza che fa salire di livello, assicurandosi il baule con la ricompensa del livello raggiunto. Ovviamente i titoli che scelgono questo sistema si attendono che i giocatori scelgano il pass a pagamento, così da accedere alle ricompense migliori e garantire un’entrata agli autori.

I vari sistemi di monetizzazione oggi sono ormai una necessità, legati agli enormi costi di sviluppo di un videogioco. Sembra difficile possano essere superati nel prossimo futuro, che invece si prospetta ancora all’insegna della crescita per quanto riguarda i costi. Staremo a vedere se, prima di un generale aumento dei prezzi di vendita che sembra ormai preannunciato, assisteremo a nuove formule di monetizzazione che permettano alle aziende del videogioco di sostenersi.