AXA Investment Managers Global Macro Monthly – US

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Come previsto, il livello di attenzione verso le elezioni presidenziali statunitensi è aumentato nelle ultime settimane. Ci aspettiamo che il programma economico di Kamala Harris sia simile a quello di Biden, come illustrato nel Budget 2025 del Presidente, con programmi simili riguardo a commercio e immigrazione. Attualmente, Harris è in vantaggio su Trump di circa 2 punti nei sondaggi nazionali (meglio di Biden). Tuttavia ci aspettiamo un cambiamento quando il pubblico americano giudicherà Harris nelle prossime settimane come candidato e nel dibattito critico con Trump il 10 settembre. L’ingresso di Harris nella corsa ha aumentato l’incertezza relativa al risultato finale di queste elezioni, fornendo qualche speranza ai Democratici; tuttavia, al momento riteniamo ancora che Trump sia il favorito.

Il rapporto semestrale del Presidente della Federal Reserve (Fed) Jerome Powell al Congresso si è aperto con il consueto ritornello della necessità di avere maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia riducendo, prima di allentare la politica. Questo, settimane dopo che 11 dei 19 partecipanti al Federal Open Market Committee (FOMC) hanno suggerito al massimo un taglio dei tassi quest’anno, ha confermato la bassa probabilità assegnata ad un taglio dei tassi a luglio. Tuttavia, Powell ha descritto un mercato del lavoro “equilibrato” e “in via di raffreddamento” e un’economia non più eccessivamente stressata – il che ha fatto pensare ancora una volta che lui fosse uno degli 8 membri che si aspettavano due tagli.

Dopo i commenti di Powell, l’inflazione dell’Indice dei prezzi al consumo (CPI) di giugno ha fornito un’altra sorpresa al ribasso. L’inflazione principale è rallentata a -0,1% sul mese, beneficiando del calo dei prezzi della benzina, ma il leggero aumento dello 0,1% dell’inflazione core riflette un indebolimento dell’inflazione dei servizi, rallentata allo 0,12% – la più debole in tre anni. L’inflazione dei servizi al netto degli alloggi è aumentata di un altro modesto 0,04%, il che suggerisce un allentamento su larga scala. Anche l’inflazione degli alloggi si è attenuata, aumentando solo dello 0,17% dopo 15 mesi di media dello 0,45%, in linea con l’aspettativa che da tempo sosteniamo che i costi di affitto più bassi emergano dopo un certo lag. Dato il campionamento – sei coorti intervistate due volte l’anno – ci aspettiamo che questo trend sia persistente. L’inflazione annuale dei servizi rimane elevata, al 5,0%, ma questo ammorbidimento dovrebbe fornire la fiducia di cui la Fed ha bisogno per allentare la presa.

Ci sono anche le prove che il mercato del lavoro è ora equilibrato. Le buste paga sono rimaste ferme a giugno a 206k, ma il dato di maggio di 272k è stato rivisto al ribasso di 54k a 218k, così come quello di aprile. Ci aspettiamo un luglio più debole. Anche il numero di chi continua a richiedere il sussidio di disoccupazione è aumentato e, nonostante un lieve aumento dei posti vacanti a maggio, aprile è sceso sotto gli 8 milioni per la prima volta dal febbraio 2022. Anche la disoccupazione è in aumento, ora al 4,1% per la prima volta in tre anni, a testimonianza di un aumento dell’offerta di lavoro ancora solido, sostenuto dall’immigrazione. La cosa più convincente è che la crescita dei salari si è attenuata, attestandosi ora al 3,9% annuo (3,6% annualizzato a 3 mesi). Questo dato si colloca ora all’interno dell’intervallo 3,5-4,0% che riteniamo sia coerente con il mandato della Fed in materia di inflazione. Persistono in ogni caso le preoccupazioni per un rallentamento in corso.

Prevediamo ancora che la Fed inizierà ad allentare la politica a settembre – un taglio a sorpresa a luglio introdurrebbe troppa volatilità durante l’estate, quando le condizioni finanziarie sono già le più facili da due anni a questa parte. Ci aspettiamo che la Fed di conseguenza decida per un altro taglio a dicembre. Tuttavia, le prospettive per il prossimo anno dipenderanno dal risultato delle elezioni. C’è stato uno spostamento del nostro scenario di base verso una vittoria di Trump, che probabilmente introdurrà leggi per ridurre l’immigrazione, aumentare i dazi ed estendere i tagli fiscali parzialmente non finanziati: tutti fattori che probabilmente ridurranno la fiducia della Fed nella disinflazione in corso. Pertanto, riteniamo che la Fed possa tagliare i tassi solo due volte l’anno prossimo, probabilmente a marzo e a settembre, portandoli al 4,50%.