J. SAFRA SARASIN: L’economia è di nuovo vicina alla stagnazione
Per iniziare con una buona notizia: nell’Eurozona, la fiducia dei consumatori è aumentata di nuovo a luglio, mentre i tassi di inflazione stanno scendendo e il tasso di disoccupazione rimane al livello più basso da molti decenni. Sebbene la fiducia dei consumatori non abbia ancora raggiunto la sua media di lungo periodo, si sta chiaramente muovendo in quella direzione. Il rafforzamento della fiducia e l’aumento dei salari reali dovrebbero stimolare i consumi privati, ma solo in una certa misura se le incertezze economiche e politiche generali dovessero rimanere elevate. Ad esempio, notiamo che il tasso di risparmio delle famiglie rimane piuttosto elevato, il che implica anche che le famiglie non hanno ancora consumato i risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia. In questo contesto, notiamo anche che la fiducia dei consumatori è diminuita in Francia, Germania e Paesi Bassi a luglio rispetto a giugno.
Gli indici PMI indicano una stagnazione economica nel 3° trimestre
Le notizie provenienti dal settore imprenditoriale hanno chiaramente deluso a luglio: gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) sono diminuiti significativamente sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. Di conseguenza, l’indice PMI composito è sceso da 50,9 a 50,1 punti, un livello che indica in generale un’economia stagnante. Vorremmo sottolineare che il calo degli indici PMI principali non ha portato a una riduzione delle pressioni inflazionistiche. I prezzi dei fattori di produzione sono aumentati in entrambi i settori, con una possibile ulteriore compressione dei margini di profitto.
Il credito all’economia si è ampliato solo moderatamente
Le modeste prospettive economiche si riflettono anche sugli aggregati monetari. A giugno, la massa monetaria M3 è cresciuta del 2,2% a/a, mentre il credito al settore privato è cresciuto appena (0,8% a/a). In particolare, il credito alle società non finanziarie rimane debole (0,7% a/a), anche se è migliorato rispetto a maggio.
L’Europa meridionale sovraperforma
Sottolineiamo che l’economia dell’Eurozona sta attualmente registrando una forte sovraperformance dei paesi periferici del Sud. Ciò è dovuto alla stabilità politica e alle riforme in paesi come la Grecia e il Portogallo e all’incertezza politica in paesi come la Francia, i Paesi Bassi e la Germania. L’indice INSEE francese e l’indice IFO tedesco rispecchiano questo pessimismo, con valori significativamente più bassi rispetto a un trimestre fa. La dinamica favorevole dei paesi periferici del Sud Europa è meglio sintetizzata dal calo del rapporto debito/PIL, che in Portogallo, Grecia e Cipro è sceso in un anno rispettivamente di 12, 9,6 e 6,8 punti percentuali. In particolare, sottolineiamo che il rapporto debito/PIL è ora più alto in Francia che in Spagna. Inoltre, non crediamo che questa situazione possa cambiare nel prossimo futuro, dato che gli attuali deficit fiscali, pari a circa il 5% in Francia e al 3% in Spagna, vanno nella direzione opposta. Ci chiediamo quindi perché la Francia abbia ancora un rating di credito superiore (Aa2) rispetto alla Spagna (Baa1). Non escludiamo che, a un certo punto, l’accresciuto livello di incertezza sulla sostenibilità del debito pubblico francese porti a un ulteriore declassamento del rating del credito francese. A quel punto, lo spread dei titoli di Stato francesi rispetto ai Bund tedeschi non dovrebbe più essere inferiore a quello dei titoli spagnoli.