I mercati dopo il confronto Trump-Harris. L’opinione di Francesco Megna
Come si muovono i mercati
—- di Francesco Megna —
Il confronto tra D. Trump e K. Harris ha avuto una evidente protagonista, ma gli effetti sull’elettorato rimangono tutti da decifrare. I risultati di un sondaggio condotto dalla CNN rivelano che per oltre il 60% dei telespettatori la Harris ha convinto più di Trump.
Come si muovono i mercati dopo il confronto Trump-Harris
Chi investe deve adesso valutare l’impatto sui settori determinanti. I mercati sono comunque convinti che gli impegni elettorali sono frequentemente astratti e di ampio respiro, difficilmente traducibili in regole tangibili. I contendenti annunciano propositi senza però fornire dettagli su come saranno raggiunti e quindi senza fornire certezze alle loro proposte.
Sulla politica interna Trump ha prospettato nuovi tagli fiscali mentre Harris propone di aumentare l’imposizione fiscale a carico dei più ricchi e per le grandi imprese.
Piuttosto vaghe e incerte le idee dei due candidati sulla necessità di intensificare i controlli sui prezzi alimentari (Harris), piuttosto che sulla produzione di energia e sulla costruzione di nuovi edifici (Trump), anche in considerazione di un bilancio pubblico non certo brillante.
I mercati negli USA
Storicamente comunque la politica non ha mai inciso sulle performance dei mercati finanziari nel lungo termine. Infatti le varie crisi economiche e le oscillazioni dei mercati azionari e obbligazionari si sono verificate sia durante le amministrazioni repubblicane che durante quelle democratiche.
Il Presidente degli Stati Uniti non ha mai inciso in maniera determinante sui mercati finanziari; solo l’economia reale e gli utili aziendali possono avere un impatto determinante sul mercato.
In questo contesto non appaiono improbabili nuovi picchi di volatilità: la parola d’ordine rimane quindi diversificazione per ridurre il rischio legato alla volatilità, nervi saldi e orizzonte di medio-lungo periodo.
Tenere sotto osservazione i settori sensibili (come la tecnologia e l’energia) e diminuire l’esposizione ai comparti più rischiosi, anche perchè storicamente i listini nei mesi immediatamente successivi alle elezioni hanno registrato guadagni più rilevanti rispetto ai precedenti.
Un aumento della fiscalità non è mai ben visto dai mercati e settori come le tlc ed il financial ne sarebbero penalizzati mentre le società di pubblica utilità, il real estate e l’energetic ne risentirebbero di meno.
La vittoria del candidato democratico potrebbe invece recare vantaggio a settori come le energie rinnovabili e le utility. Anche il comparto delle costruzioni ne trarrebbe benefici grazie alla proposta di incentivi fiscali per la costruzione di edifici accessibili.
Obiettivo dichiarato da Harris poi è quello di evitare guerre commerciali con la Cina, in deciso contrasto con la proposta di Trump in materia di dazi che potrebbe acuire le tensioni tra i due Paesi rischiando di colpire settori importanti come quello tecnologico.