Eurozona: Bce verso una svolta accomodante nonostante inflazione in rialzo

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L’inflazione IAPC nell’area dell’euro è salita al 2,3% a ottobre, come previsto dal mercato. Un grande contributo a questo aumento sono stati gli effetti base dell’energia. È importante sottolineare che l’inflazione core dell’IPC è rimasta al 2,7% contro le aspettative di un aumento al 2,8%. L’inflazione dei servizi si è indebolita marginalmente, con un aumento dell’inflazione dei beni di base come motivo principale per cui l’inflazione CPI core non è scesa ulteriormente.

Il fatto che l’inflazione dei servizi non sia aumentata ulteriormente potrebbe essere una notizia molto gradita alla Bce. Sulla base dei dati destagionalizzati e giornalieri della Bce, l’inflazione mensile misurata sullo IAPC dei servizi è scesa a -0,07%, il dato più debole mai registrato a novembre sull’inflazione destagionalizzata dei servizi. Questo è importante, dato che l’inflazione dei servizi è la migliore misura della pressione inflazionistica sottostante nell’economia.

Presi insieme ad altri dati, questi consentiranno alla Bce di orientarsi verso una politica più accomodante nella riunione di dicembre. Nel corso dell’ultimo mese, una serie di altri dati sta iniziando a raccontare una storia emergente di persistente debolezza economica, che richiederà un’azione più energica da parte della Bce. A novembre il PMI dei servizi è sceso di quasi due punti, sorprendendo significativamente al ribasso i mercati e la Bce. Sebbene le indagini sulla fiducia dei consumatori mostrino un aumento previsto dell’inflazione, esse rivelano anche un rapido aumento dei timori delle famiglie per la disoccupazione. Storicamente, i forti movimenti di quest’ultimo sono stati un eccellente indicatore anticipatore della disoccupazione effettiva nell’area dell’euro nei successivi sei mesi. Tutti i sondaggi più recenti indicano una debolezza economica più persistente del previsto. La Bce probabilmente potrebbe cambiare quindi il suo linguaggio durante la conferenza stampa di dicembre.

Come minimo, la Bce eliminerà i riferimenti alla necessità di una politica restrittiva, anche se continuerà a dipendere dai dati nel decidere l’entità del taglio. Tuttavia, dato il forte aumento dell’incertezza sulla politica economica nell’ultimo mese, è probabile che i dati continueranno a indebolirsi più del previsto. Dopotutto, la tendenza delle famiglie e dei consumatori a rimandare la spesa e gli investimenti resterà molto forte fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza nel panorama politico nazionale e nelle nuove relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Questa debolezza dei dati economici significa che la Bce probabilmente taglierà preventivamente di 50 punti base a gennaio o marzo. Questo sarà un taglio “assicurativo” e la Bce dichiarerà che è necessario per evitare un ritorno al limite inferiore dello zero.