Microchip: sinapsi artificiali e partite geopolitiche
Usiamo sempre più dispositivi elettronici e, in prospettiva, faremo
affidamento sull’intelligenza artificiale. Dietro queste enormi possibilità che
ci offre la tecnologia si nascondono molti elementi tra i quali i più importanti
sono i microchip, piccoli dispositivi elettronici che contengono milioni di
componenti, come i transistor, su uno strato di silicio.
I microchip rendono possibile il funzionamento di dispositivi elettronici
come computer, smartphone, elettrodomestici, giocattoli o dispositivi medici
come i pacemaker. Per intenderci, su un’automobile moderna ci sono
oltre mille microchip. È un campo molto vasto, che va da dispositivi
relativamente semplici fino alla massima espressione della potenza di calcolo
per l’intelligenza artificiale.
La ricerca di prestazioni sempre crescenti porta all’innovazione più esasperata.
Per i microchip, la dimensione gioca in modo inversamente proporzionale.
Più piccoli sono, meno distanza devono percorrere i segnali elettrici, quindi
maggiore è la velocità e minori sono i consumi. Un numero maggiore di
minuscoli transistor su un microchip significa computer più potenti e veloci.
Il chimico Gordon Moore, uno dei fondatori di Intel e pioniere della
microelettronica, sosteneva già a metà degli anni ’60 che il numero di
transistor all’interno di un microchip sarebbe raddoppiato ogni anno.
Questa previsione, successivamente chiamata «legge di Moore», continua a
influenzare le strategie dell’industria. Secondo lo stesso Moore, il limite della
miniaturizzazione dei transistor è ancora lontano ed è dato dalla dimensione
degli atomi.
I microchip sono fondamentali per l’intelligenza artificiale, poiché forniscono
la potenza di calcolo necessaria per eseguire complessi algoritmi di
apprendimento automatico e per creare reti neurali, modelli ispirati al
funzionamento del cervello umano. Devono essere efficienti e capaci di
gestire enormi quantità di dati. L’innovazione nei microchip è quindi cruciale
per il progresso tecnologico e ha implicazioni economiche, strategiche e
perfino geopolitiche.
Infatti, è di settimana scorsa la notizia che gli Stati Uniti avrebbero ordinato
a Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) di interrompere
le spedizioni di chip avanzati per l’intelligenza artificiale destinate alla Cina.
Il presente rapporto è stato elaborato da UBS Europe SE, Succursale Italia. Vi preghiamo di leggere i commenti di
natura legale in coda al documento.
Secondo un rapporto di Reuters, una lettera del dipartimento del Commercio
impone restrizioni ai chip di 7 nanometri o più avanzati.
Non si tratta del primo intervento in questo senso: gli Stati Uniti avevano
già introdotto alcune restrizioni nell’ottobre 2022. All’epoca furono inviate
lettere simili a NVIDIA, AMD e altri produttori per limitare l’esportazione dei
principali chip legati all’intelligenza artificiale verso la Cina.
A dispetto della forte domanda di microchip più avanzati per la costruzione
delle infrastrutture legate all’intelligenza artificiale, questi temi legati alla
geopolitica hanno portato e potrebbero ancora portare a maggiore volatilità
per le azioni delle società quotate del settore.
Se da una parte devono ancora emergere dettagli su questi nuovi
limiti alle esportazioni, dall’altra ci si attendono nuovi dazi da parte
dell’amministrazione Trump. Continuiamo comunque a credere che i
fondamentali dovrebbero fornire supporto al settore e, finora, i risultati del
terzo trimestre hanno mostrato che gli investimenti stanno continuando.
La nostra visione sul settore dei semiconduttori è quindi complessivamente
ottimistica, anche se non mancano aree più deboli. Per esempio, il mercato
dei semiconduttori per il settore automobilistico sta attraversando un ciclo
di ribasso. Tuttavia, la crescita nei veicoli elettrici e nei sistemi avanzati di
assistenza alla guida per la sicurezza (ADAS) a medio termine dovrebbe
sostenere anche questa area. I semiconduttori meno sofisticati potrebbero
invece vedere un forte ribasso dei prezzi per via della concorrenza.
Queste diverse dinamiche indicano che si tratta ormai di un settore
eterogeneo con andamenti diversi a seconda della specializzazione. Le aree
più interessanti sono certamente quelle coinvolte nell’intelligenza artificiale,
prendendo invece in considerazione i settori più tradizionali e a basso margine
in modo opportunistico quando la combinazione di prezzi e domanda schiude
opportunità.